lunedì 19 novembre 2018

Intervento alla prostata con robot

La prostatectomia radicale con linfoadenectomia è l’ intervento d’elezione nel trattamento della malattia confinata alla prostata , cioè senza metastasi, con finalità di radicalità, cioè di estirpazione della patologia. Consiste nella rimozione della prostata e dei linfonodi coinvolti. Il Robot Da Vinci rappresenta la nuova frontiera della chirurgia per il tumore della prostata.


I motivi del successo di questa metodica sono numerosi e bene comprensibili. In pratica si arriva alla prostata attraverso un percorso che passa dietro la vescica, ottenendo così una migliore preservazione della continenza urinaria e un migliore risparmio dei nervi deputati all’erezione, il tutto rispettando la priorità oncologica di eradicazione del tumore.

GLI INTERVENTIProstata Prostatectomia radicale Rene Nefrectomia parziale Nefrectomia radicale Plastica del giunto pieloureterale CONSULTA IL DIZIONARIO E GLOSSARIO. La chirurgia robotica comporta una ridotta perdita di sangue e una minore necessità di ricorrere a farmaci antidolorifici, permette di eseguire suture molto precise e garantisce di ottenere la stessa radicalità chirurgica offerta dai più traumatici interventi a cielo aperto. In questo articolo affronteremo l’ intervento relativo all’ipertrofia prostatica benigna.


Intervento per l’ipertrofia prostatica benigna (IPB) L’IPB è una patologia estremamente frequente nella popolazione, che interessa circa il degli uomini con più di anni. In seguito alla prostatactomia robotica, il paziente avrà solo alcune minime ferite sull’addome – e non le grosse ferite normalmente legate all’ intervento del cancro della prostata. Inoltre, dal momento che soltanto la prostata viene rimossa, il paziente non soffre piu’ dei comuni e sgradevoli effetti secondari dovuti dalla chirurgia tradizionale aperta. In caso di un tumore alla prostata , meglio essere operati con il robot o sottoporsi al tradizionale intervento chirurgico ?

La domanda tiene banco all’incirca da anni senza aver avuto ancora una risposta definitiva. La chirurgia robot assistita permette di operare con una magnificazione dell’immagine di circa volte e con una visione tridimensionale, consentendo di portare a termine l’ intervento con una precisione nettamente superiore a quello della chirurgia a cielo aperto o della chirurgia laparoscopica classica. Negli ultimi anni sono stati compiuti importanti passi avanti nel trattamento del tumore alla prostata :la chirurgia robotica e, in particolare, il robot da Vinci, rappresentano la piattaforma più evoluta per la chirurgia mininvasiva presente ad oggi sul mercato. Il tumore della prostata , infatti, è tutt’ora uno dei più comuni tra gli uomini. La chirurgia robotica in urologia con il robot da Vinci è l’ultima evoluzione di interventi mininvasivi, nei quali il chirurgo non opera con le proprie mani, ma manovra un robot a distanza, rimanendo seduto a una console dotata di pedali e controlli manuali per la gestione degli strumenti chirurgici e della fibra ottica.


Sofisticato strumento per la chirurgia mini-invasiva, il robot “Da Vinci” consente di rimuovere la ghiandola prostatica conservando però al meglio le altre funzionalità dell’apparato uro-genitale e favorendo un più rapido recupero dopo l’operazione. In pratica ci serviamo del robot per enucleare l’adenoma prostatico in maniera mini-invasiva senza creare traumi alle strutture circostanti. La chirurgia per l’ingrossamento della prostata è uno dei cardini della pratica urologica da sempre e gli interventi di asportazione del tessuto ipertrofico prostatico risalgono a quasi 1anni fa.


Quanto è sicuro il robot Da Vinci? Si può come prima cosa affermare con certezza che ogni intervento chirurgico e dunque anche un intervento di chirurgia robotica non è esente da rischi. Debora Marchiori, specialista in Urologia a Bologna, Responsabile Regionale SIUT (Società Urologia Territoriale), ci spiega cosa è necessario sapere per affrontare un eventuale intervento chirurgico alla prostata , sfatando i “falsi miti” come impotenza e incontinenza che tanto disorientano il paziente maschio. L’asportazione della prostata può essere attuata attraverso vari accessi e metodiche. Le tecniche più utilizzate riguardano la chirurgia con accesso retro pubico o perineale e quella laparoscopica senza o con ausilio del robot.


L’obiettivo è rimuovere la prostata con tutto il cancro e se necessario anche i linfonodi loco regionali. In Italia, nello stesso anno si sono effettuati 17. Tumore alla prostata : i benefici della chirurgia con il robot.

Primo intervento chirurgico nella regione Marche di asportazione di vescica, prostata e vescicole seminali eseguito con tecnica robotica. Il metodo di chirurgia mini-invasiva con il Robot Da Vinci allarga sempre di più le sue attività. Non vi è alcun dubbio che, allo stato attuale, l’ intervento robotico per il cancro della prostata rappresenti lo standard di riferimento chirurgico.


Negli Stati Uniti, ormai, il degli interventi chirurgici per la cura del cancro della prostata vengono effettuati in robotica”. L’ intervento viene eseguito attraverso piccole incisioni sull’addome, mentre la chirurgia aperta richiede in questo caso una lunga incisione al centro della zona addominale inferiore. Durante la prostatectomia radicale laparoscopica, si separa la prostata dalla vescica e dall’uretra, che successivamente vengono riunite.

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