venerdì 12 luglio 2019

Radioterapia sintomi

I problemi articolari possono comparire anche mesi o anni dopo la fine della radioterapia. Tra i sintomi precoci dei problemi. Da menzionare anche tecniche di radioembolizzazione e la radioterapia recettoriale (ad esempio con ittrio-90). Perché la radioterapia.


Se necessario è possibile fare ricorso a farmaci antiemetici.

Sintomi delle metastasi ossee. Nel dei casi le metastasi ossee non causano sintomi e la diagnosi viene fatta con esami eseguiti per altre ragioni. Negli altri casi, le metastasi ossee possono causare forti dolori.


In un primo momento può essere difficile dire cosa stia causando i sintomi. Radioterapia a fasci esterni (o transcutanea): consiste nell’irradiare la zona interessata dall’esterno, utilizzando, nella maggior parte dei casi, un’apparecchiatura chiamata acceleratore lineare (LINAC). Si esegue presso il centro di radioterapia dell’ospedale, di solito in regime ambulatoriale.


La radioterapia effettuata dopo l’intervento chirurgico è detta radioterapia postoperatoria o adiuvante. Per esempio, in caso di radioterapia allo stomaco possono comparire disturbi dell’appetito e della digestione, oppure in caso di irradiazione al cavo orale può manifestarsi secchezza alla bocca, e così via, a seconda della sede corporea interessata.

Molto raramente la radioterapia può causare, a distanza di anni, l’insorgenza di un nuovo tumore. La terapia si effettua sempre con l’acceleratore lineare, collocando, però, alcuni blocchetti metallici nella traiettoria del fascio di radiazioni per conformarlo quanto più possibile alla forma dell’area da irradiare. Cistite attinica o Cistite da radioterapia ! La cistite attinica è un’infiammazione della cistite conseguente alla radioterapia del distretto pelvico, quindi radioterapia eseguita per tumori della prostata, cervice, vescica e colon retto. Circa il dei pazienti trattati in questa zona sviluppano sintomi da cistite, di gravità diversa.


Quando si effettua un trattamento di radioterapia pelvica, si cerca sempre di mantenere su livelli accettabili la tossicità a carico della vescica, per limitare la gravità dei sintomi infiammatori, ma se nonostante tutto non è possibile evitare la comparsa del problema, diventa necessario trattarlo per poter continuare la radioterapia. Dopo la radioterapia le cellule sane e non-cancerose solitamente vanno incontro a un recupero, mentre le cellule cancerose non sono in genere in grado di riparare il danno indotto dalle radiazioni. La RT è una terapia “locale” e pertanto i disturbi ad essa correlati sono quasi esclusivamente “locali”, cioè attribuibili alla sede- distretto irradiato.


Il riconoscimento dei sintomi e la diagnosi precoce sono fondamentali perché offrono ai pazienti una possibilità di guarigione che supera il. Nei casi in cui è possibile, questi tumori vengono trattati con la chirurgia ma spesso vi è il pericolo di interventi demolitivi e invasivi, poiché la malattia è diagnosticata in fase avanzata in casi su 10. A seconda del piano di trattamento, lo schema terapeutico può subire ampie variazioni. Si può continuare a lavorare mentre ci si sottopone a radioterapia ? Proseguire o meno l’attività lavorativa durante la radioterapia è una scelta che varia da caso a caso. Uno studio presentato a settembre all’87° Congresso Nazionale della Società Italiana di Urologia ha però aperto prospettive incoraggianti proprio sul fronte dei disturbi legati alla radioterapia pelvica.


Esso comprende una radioterapia esterna (EBRT) e brachiterapia. La EBRT di solito è somministrata dopo altri tipi di intervento, per gestire tumori ad alto rischio di recidiva. Ha un tasso di successo molto buono.

Permette un controllo della malattia a lungo termine e tassi di sopravvivenza pari a trattamenti come la chirurgia. Terapia in caso di liposarcoma. Il liposarcoma è principalmente una malattia chirurgica.


Tale terapia è però poco praticata ed è riservata alle persone che hanno alto rischio di intervento o che lo rifiutano, perché non è risolutiva ma si limita a trattarne i sintomi. La diagnosi viene effettuata dal medico, e dovrebbe sempre essere confermata con appropriati esami di laboratorio, che consistono soprattutto nella ricerca nel sangue di anticorpi specifici diretti contro il virus. La terapia è chirurgica, quando possibile, e consiste nell’asportazione della massa tumorale.


La chirurgia può essere radicale, ovvero puntare all’eliminazione completa della massa o parziale, con l’obiettivo di migliorare la sintomatologia o di ottenere una diagnosi istologica. Questo farmaco cambia la composizione della bile favorendone il regolare deflusso, così da ridurre la frequenza e la gravità dei sintomi. Questi farmaci modificano la circolazione degli acidi biliari.


La Malattia dei Legionari è la forma più severa dell’infezione. Essendo tipicamente aspecifici, i sintomi dell’ipotiroidismo sono difficili da ricondurre alla patologia. Il ruolo dello Specialista è per questo fondamentale: consultarlo subito, in caso di segnali poco chiari, permette di ottenere tempestivamente una diagnosi certa, ed eventualmente di ricorrere per tempo alla terapia sostitutiva più adatta. Potassio alto: cause , sintomi , terapia e cosa mangiare.


Il potassio alto può provocare crampi e debolezze muscolari, così come anche di sbalzi della pressione arteriosa, di un senso generalizzato di stanchezza ed affaticamento senza apparenti motivi, ed anche di accelerazione patologica del battito cardiaco. Nel caso in cui si desideri prendere questa strada alternativa è sufficiente rivolgersi ad un medico omeopatico così da avviare la terapia che in genere consiste nell’assunzione di determinate compresse che riusciranno a risolvere i sintomi e quindi il problema alla base. I segni e sintomi che possono manifestarsi in seguito di un edema cerebrale sono numerosi e le loro gravità e tipologia possono variare da soggetto a soggetto.


Tale variabilità dipende da vari fattori fra cui le cause che hanno provocato l’edema, la zona cerebrale interessata dall’evento, l’età del paziente ecc.

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