venerdì 22 luglio 2016

Asportazione prostata con robot

La metà di essi è stata sottoposta all’ intervento per via tradizionale (con asportazione della ghiandola a cielo aperto), la restante parte è stata trattata con il Robot Da Vinci, il cui utilizzo rappresenta un’evoluzione delle tecniche laparoscopiche introdotte già a partire dagli anni ’80. Consiste nella asportazione completa della prostata , delle vescicole seminali ed eventualmente dei linfonodi loco-regionali. La diversa via d’accesso per la prostatectomia radicale col robot chirurgico si abbina ai vantaggi propri della chirurgia robotica come il super-ingrandimento ottico e tridimensionale insieme all’ampiezza di movimento e di rotazione del braccio robotico. In IEO l’attività chirurgica è cresciuta nel tempo ogni giorno di più, essendo spesso terapia d’elezione per molte patologie.


Il robot da Vinci e la chirurgia robotica in Italia a Milano.

All’ospedale Niguarda di MIlano sono centinaia i pazienti che vengono operati ogni anno per l’ asportazione della prostata. L’ intervento viene realizzato proprio con la chirurgia robotica. Può essere condotta in forma pura (laparoscopica), o mediante l’uso di un robot chirurgico (laparoscopica, robot -assistita). Durante l’ intervento il chirurgo manovra da una postazione computerizzata i bracci del robot che terminano con gli strumenti chirurgici necessari a condurre l’operazione.


La tecnica robot -assistita permette infine di ridurre il rischio di alcuni effetti collaterali come l’incontinenza urinaria e l’impotenza. La scelta può cadere, a seconda dei casi, sull’anestesia generale o loco-regionale (spinale od epidurale). Sabato novembre il corso “Il cancro della prostata : chirurgia in diretta e confronto tra Vip”, organizzato dagli urologi della Unità operativa di Urologia e diretto da Fulvio Piazza e Giuseppe Termine.


Il Robot Da Vinci rappresenta la nuova frontiera della chirurgia per il tumore della prostata.

I motivi del successo di questa metodica sono numerosi e bene comprensibili. GLI INTERVENTIProstata Prostatectomia radicale Rene Nefrectomia parziale Nefrectomia radicale Plastica del giunto pieloureterale CONSULTA IL DIZIONARIO E GLOSSARIO. Considerando la portata dell’ intervento , possono tuttavia esserci delle conseguenze negative per il paziente sottoposto alla prostatectomia radicale. Gli effetti collaterali più importanti possono essere la disfunzione erettile, cioè la riduzione o l’assenza di erezione, e l’incontinenza urinaria.


Quanto è sicuro il robot Da Vinci? Si può come prima cosa affermare con certezza che ogni intervento chirurgico e dunque anche un intervento di chirurgia robotica non è esente da rischi. In caso di un tumore alla prostata , meglio essere operati con il robot o sottoporsi al tradizionale intervento chirurgico? La domanda tiene banco all’incirca da anni senza aver avuto ancora una risposta definitiva.


La chirurgia robotica in urologia con il robot da Vinci è l’ultima evoluzione di interventi mininvasivi, nei quali il chirurgo non opera con le proprie mani, ma manovra un robot a distanza, rimanendo seduto a una console dotata di pedali e controlli manuali per la gestione degli strumenti chirurgici e della fibra ottica. In pratica ci serviamo del robot per enucleare l’adenoma prostatico in maniera mini-invasiva senza creare traumi alle strutture circostanti. La chirurgia per l’ingrossamento della prostata è uno dei cardini della pratica urologica da sempre e gli interventi di asportazione del tessuto ipertrofico prostatico risalgono a quasi 1anni fa. L’ asportazione della prostata può essere attuata attraverso vari accessi e metodiche.


Le tecniche più utilizzate riguardano la chirurgia con accesso retro pubico o perineale e quella laparoscopica senza o con ausilio del robot. L’obiettivo è rimuovere la prostata con tutto il cancro e se necessario anche i linfonodi loco regionali. Sofisticato strumento per la chirurgia mini-invasiva, il robot “Da Vinci” consente di rimuovere la ghiandola prostatica conservando però al meglio le altre funzionalità dell’apparato uro-genitale e favorendo un più rapido recupero dopo l’operazione.


La biopsia prostatica consiste nell’effettuare alcuni prelievi di tessuto della prostata per poterli analizzare al microscopio e valutare se ci sono cellule tumorali.

Negli ultimi anni sono stati compiuti importanti passi avanti nel trattamento del tumore alla prostata :la chirurgia robotica e, in particolare, il robot da Vinci, rappresentano la piattaforma più evoluta per la chirurgia mininvasiva presente ad oggi sul mercato. Il tumore della prostata , infatti, è tutt’ora uno dei più comuni tra gli uomini. Questo intervento rivoluzionario e complesso metodo di chirurgia e cura del cancro della prostata riduce notevolmente perdita di sangue, dolore, periodo di convalescenza ed effetti collaterali che sono invece comuni con altri trattamenti. Questo intervento è stato gravato in passato da tassi significativi di incontinenza urinaria e di disfunzione erettile ma oggi, quando la tecnica chirurgica viene eseguita a regola d’arte in presenza di una malattia ancora limitata alla prostata , queste sequele non dovrebbero più osservarsi. Quasi nessun paziente trattato con il robot deve fare trasfusioni e le trasfusioni costano.


La degenza in genere dura due giorni per la prostata , sei giorni per la vescica. In precedenza si arrivava fino a giorni.

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